
luglio 19, 2021
Criticità della sorveglianza sanitaria eccezionale per Covid-19
Oggetto di questo approfondimento tecnico riguarda la normativa pulizia canali aria, un’attività che negli ultimi anni è sotto l’occhio dei riflettori e che è ormai considerata, dalla letteratura scientifica, come elemento imprescindibile per garantire la sicurezza e la vivibilità degli ambienti indoor.
Ma cosa dice la normativa italiana? Quali sono le leggi specifiche per la bonifica degli impianti aeraulici?
Devi sapere che esistono molte indicazioni su questo tema: tra linee guida nazionali, accordi stato regione, leggi regionali e altri testi ufficiali, cercheremo di fare ordine e aiutarti a capire come muoverti per pianificare un’attività di valutazione del Rischio e di messa a norma della tua struttura.
Il documento da cui partire, per chiarire la normativa sulla pulizia canali, è “Il testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” un complesso di norme emanate con il Decreto Legislativo n° 81 del 2008.
Il Decreto 81/08 obbliga il datore di lavoro ad eseguire tutte le valutazioni del rischio chimico, fisico e biologico della propria struttura e, allo stesso tempo, ad eseguire una valutazione dei rischi anche a livello impiantistico dei sistemi di condizionamento.
In particolare all’Allegato IV – Requisiti dei luoghi di lavoro (capitolo 1.9 Microclima) viene inserita la nota 1.9.1.4 che meglio specifica quanto già previsto dalla legge 626/94 art.33.
“Gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori.”
Mentre nel punto successivo, 1.9.1.5 viene chiaramente indicato:
“qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata deve essere eliminato rapidamente”.
Ora con i passaggi appena descritti presenti nel Testo Unico 81/08 sorgono però alcuni interrogativi.
Come ben noto il Decreto 81/08 contiene moltissime disposizioni articolate su più fronti; questo comporta un’inevitabile mancanza di dettaglio nelle procedure operative. Ecco allora che altre normative di riferimento nella sanificazione canali aria ci vengono in soccorso per meglio orientarci in queste importanti attività.
Il secondo testo essenziale di cui tratteremo nella nostra analisi è l’Accordo Conferenza Stato Regioni del 7 Febbraio 2013: “Valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria”.
Questo documento prende il titolo “Procedura operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria”.
Le patologie correlata alla Sindrome dell’Edificio Malato sono ormai ben note, anche se, a livello preventivo e manutentivo, c’è ancora molto da fare. Scopo di questa procedura operativa è dunque quello di fornire al Datore di Lavoro le indicazioni pratiche per gestire correttamente gli impianti di trattamento aria sul fronte delle contaminazioni e dell’igiene indoor.
In particolare alla pagina 10 del documento si trova il FLOW CHART della procedura operativa per la corretta valutazione e gestione del rischio igienico dei canali aeraulici (figura sotto).
Rispetto alla frequenza con cui controllare e verificare le condizioni igieniche del proprio impianto canalizzato, l’accordo Stato-Regioni del Febbraio 2013 è molto chiaro: a pagina 4 del documento si legge “la frequenza delle ispezioni visive consigliata è annuale, o comunque stabilita in base ai risultati delle precedenti ispezioni e della valutazione dei rischi”.
L’esperienza ci insegna che la frequenza dei controlli va anche stabilita sulla base della tipologia di struttura e dei suoi occupanti:
Oltre ai due documenti che fungono da pietre miliari nella normativa sulla sanificazione degli impianti aeraulici, sono state promulgate diverse leggi regionali, riepilogate in questa tabella:
È bene sottolineare che a livello normativo la mancanza di Leggi Regionali non rimuove gli obblighi in carico al Datore di Lavoro in merito alla sanificazione canali aria, anzi tutto il contrario.
Lo stesso buonsenso adoperato, a titolo d’esempio, nella cura dell’igiene personale o nell’igiene della propria autovettura, dovrebbe essere impiegato nel monitoraggio del microclima e delle condizioni igieniche del proprio impianto di condizionamento.
Questa norma tecnica, come spesso accade per le norme europee, funge più da Linea Guida che come indicazione di carattere coercitivo.
È bene però darne notizia per il fatto che nasce con lo scopo di armonizzare le operazioni necessarie al mantenimento di alti standard di pulizia durante tutta la vita di un impianto di condizionamento: dall’installazione alle fasi di attività vere e proprie dello stesso.
Con questo proposito un sistema di trattamento aria deve tenere in considerazione i seguenti requisiti:
Per quanto riguarda le classi di qualità da applicare vengono identificati 3 livelli come da tabella seguente:
Applicazioni tipiche delle classi di qualità di pulizia
Rispetto a queste classi, vengono dunque identificate dalla norma delle frequenze relative agli interventi ispettivi da mettere in campo (frequenza espressa in mesi):
Frequenza degli interventi in base alle classi di qualità di pulizia
In ogni condizione è bene ricordare il principio valido a 360° per ogni struttura: ispezioni con frequenza regolare (semestrali o annuali), pulizia completa a seconda del riscontro igienico ottenuto dalle ispezioni.
Possono persistere alcune domande nella testa dei responsabili del servizio di protezione e prevenzione o dei responsabili manutenzioni di tutte le tipologie di strutture, che sono alla ricerca di informazioni esaustive.
Proviamo dunque a rispondere alle domande frequenti più comuni in materia di normativa sulla pulizia dei condotti.
Cos’è obbligatorio rispetto all’ igiene degli impianti di condizionamento?
Il Datore di Lavoro è obbligato, per legge, ad assicurare una buona qualità dell’aria all’interno dei luoghi di lavoro. Per fare ciò è dunque obbligatorio effettuare controlli ispettivi, con frequenza minima annuale, affidati a personale tecnico specializzati.
Tra questi controlli possono rientrare (a seconda degli impianti):
Quali documenti mi servono per essere in regola in caso di controlli?
Per assicurare alla propria struttura la rispondenza ai requisiti normativi è necessario possedere:
Chi sono i soggetti abilitati alla pulizia delle canalizzazioni aerauliche?
Purtroppo molte aziende, provenienti da svariati settori, hanno arricchito le loro attività aggiungendo le attività di bonifica degli impianti aeraulici, questo con il solo scopo di incrementare il business, rischiando tuttavia di fare tali lavori (il più delle volte) senza una reale competenza e senza avere il Know-how necessario.
I requisiti minimi (che non garantiscono tuttavia l’assenza di problemi) per queste attività sono:
Abbiamo passato in rassegna le principali indicazioni sulla normativa pulizia canali aria in Italia e a livello internazionale, per una corretta profilassi igienico-sanitaria degli impianti aeraulici.
Ricordiamo che, obblighi di legge a parte, quello che davvero è prioritario per la salute di ogni persona, è la possibilità di respirare aria pulita.
Ogni giorno trascorriamo circa l’80% del nostro tempo in spazi chiusi (ufficio, casa, palestre, negozi etc.) rischiando di compromettere la nostra salute in caso di scarsa igiene di quegli elementi impiantistici che dovrebbero assicurarci un corretto ricambio d’aria.
Dal punto di vista normativo è fondamentale dare evidenza, agli enti preposti al controllo, delle attività messe in campo per contrastare le patologie correlata alla Sick Building Syndrome.
Confidando di aver fornito supporto e chiarezza, restiamo a vostra disposizione ai nostri recapiti aziendali.
Fonti: https://www.lavoro.gov.it/ Firotek Aria sicura
Leave a comment